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domenica 16 giugno 2013

TURTLE DAY WWF: "NORA TORNA IN MARE, SALVIAMOLA DAL PETROLIO!"



TURTLE DAY – 16 GIUGNO

WWF: "TARTARUGA 'NORA' TORNA IN MARE. ORA SALVIAMOLA DALLO SPETTRO DEL PETROLIO!"

Da oggi petizione online per chiedere un'area protetta a Pantelleria e scongiurare il rischio di trivellazioni a mare. Firma su  wwf.it/ilpetroliomistastretto

  

AL VIA L'ESTATE WWF PER LE TARTARUGHE MARINE: campi e turismo green per tutti

 

Video e foto e pdf sul petrolio nel Mediterraneo  http://upload.wwf.it/earth/File/archivio%20video/Mare/

I pannelli della mostra tartarughe http://upload.wwf.it/turtle/File/Mostra/

Foto di tartarughe marine http://upload.wwf.it/turtle/File/Foto/

 

In occasione del "Turtle Day", la giornata internazionale dedicata alle tartarughe marine che si celebra oggi, 16 giugno, il WWF lancia la petizione online wwf.it/ilpetroliomistastretto per chiedere l'istituzione di un'area protetta all'isola di Pantelleria e scongiurare il rischio delle trivellazioni petrolifere nel Canale di Sicilia. E come simbolo di questo impegno ha liberato Nora, giovane tartaruga marina di 10 anni e 15 chili, trovata a dicembre ferita e avvolta nella plastica sul litorale di Trapani e poi curata nel centro di recupero WWF di Lampedusa, che al largo della splendida spiaggia di San Vito lo Capo ha ripreso il mare tra l'emozione dei presenti, grazie alla collaborazione con la Capitaneria di Porto di Trapani.

 

Alle note minacce che fanno delle tartarughe marine Caretta caretta, simbolo del Mediterraneo, una delle specie marine in via di estinzione si aggiungono infatti i possibili sversamenti di petrolio o la presenza di catrame sulle spiagge derivanti dalle trivellazioni a mare che sono in progetto nel Mediterraneo e in particolare nel Canale di Sicilia. Con le firme raccolte online durante tutta l'estate, il WWF chiederà al Sindaco dell'isola di Pantelleria, vero gioiello del mare nostrum, che venga istituita una area protetta e che, almeno in questo tratto di mare, non vengano realizzate le piattaforme petrolifere off shore per l'estrazione del greggio, un'ulteriore minaccia per la biodiversità marina e per le tartarughe marine già ora decimate dalle reti da pesca, dall'inquinamento e dall'occupazione da parte dell'uomo delle spiagge dove nidificano. Pantelleria è l'unica isola del Canale di Sicilia che non è ancora tutelata, anche se da anni aspetta di divenire Area Marina Protetta rientrando tra le zone di particolare pregio ambientale e culturale.

 

Marco Costantini responsabile Mare WWF Italia ha dichiarato  "Abbiamo deciso di indirizzare la petizione che lanciamo oggi e che prosegue per tutta l'estate, al Sindaco di Pantelleria, piccolo gioiello nel cuore del canale di Sicilia proprio dove c'è il progetto di installare decine di piattaforme petrolifere per l'estrazione del greggio. Pantelleria e i suoi fondali devono continuare a essere patrimonio di tutti, attraverso forme di tutela, come il Parco marino, che ne esaltino la bellezza e ne promuovano forme di turismo sostenibile a tutto vantaggio di un vero Mediterraneo di Qualità".

 

In questo contesto, la liberazione della tartaruga marina è stato un simbolo dell'importanza di mantenere un Mediterraneo di qualità e tutelare i suoi preziosi abitanti, anche dalla minaccia del petrolio. Anche se molto robuste di fronte a danni fisici, come gli attacchi di squali, collisioni con le imbarcazioni e così via,  le tartarughe marine, in tutte le fasi della vita a partire dall'uovo, sono molto vulnerabili rispetto alle sostanze chimiche, di cui petrolio e catrame sono tra le più insidiose. Aree di esplorazione di petrolio e gas, trasporto, trasformazione  spesso si sovrappongono a importanti habitat delle tartarughe marine. Diversi aspetti della biologia e comportamento delle tartarughe mettono questi animali a rischio, come l'incapacità di evitare zone contaminate, l'alimentazione in zone di convergenza, e grandi inalazioni pre-immersione. Gli effetti del petrolio sulle tartarughe comprendono un aumento della mortalità embrionale e difetti di sviluppo, mortalità diretta in neonati, giovani e adulti, ed effetti negativi su pelle, sangue, apparato digerente, sistema immunitario e ghiandole del sale.

 

Il Turtle Day 2013 è il primo degli eventi previsti dalla campagna online "Sicilia, il Petrolio mi sta stretto"  che durerà tutta l'estate, nell'ambito dell'iniziativa WWF "Per un Mediterraneo di qualità". Il sito wwf.it/ilpetroliomistastretto vuole essere uno spazio di attivazione della cittadinanza per discutere, approfondire e fermare la minaccia delle trivellazioni, anzi, delle "coltivazioni" di petrolio in Italia e in particolare nel Mediterraneo.

 

E segna anche l'avvio delle attività estive WWF dedicate alle tartarughe marine. Prosegue il progetto "Segui le tracce", dopo il successo degli ultimi anni: tutti quelli che passeranno l'estate sulle spiagge sono invitati a segnalare tracce e  nidi e animali in difficoltà al tel 06844971 Email tartarughe@wwf.it. E ci sono i campi di volontariato WWF in Calabria a Palizzi  e a Lampedusa in Sicilia, e le vacanze per ragazzi, adulti e famiglie improntate al seawatching e alla biologia marina per cercare l'incontro con tutte le meravigliose creature del mare, a Policoro (Basilicata), Torre Guaceto (Puglia), all'Isola d'Elba e nel Parco Nazionale dell'Arcipelago Toscano, lungo la costa del Parco del Cilento, delle 5 terre e del Parco di Portofino. Tutti i programmi su www.wwfnature.it

 

Roma, 16  giugno 2013

Ufficio Stampa WWF Italia 349 0514472

in loco Martina Antinucci 392 2985568

 

 

SCHEDA TARTARUGHE MARINE


Il Mediterraneo è frequentato da tre specie di tartarughe marine tutte protette: la Caretta caretta, che è la più comune, la Chelonia mydas, la cui distribuzione è limitata alla parte più orientale del bacino, e la Dermochelys coriacea, che a differenza delle altre non si riproduce in questo mare.

 

Le  minacce

Ogni anno in Italia vengono deposti circa 30 nidi localizzati per la maggior parte tra la Sicilia meridionale e la Calabria Jonica. Nell'intero bacino del Mediterraneo se ne contano circa 7.200.

Alberghi, locali, strade, centri balneari, ecc possono spaventare una femmina che voglia deporre, ma anche nel caso riesca a farlo le probabilità di successo sono basse: gli ombrelloni possono danneggiare il nido o, facendo ombra, abbassare la sua temperatura; i mezzi meccanici per la pulizia della sabbia possono compattare la sabbia sopra al nido, rendendo difficile ai piccoli uscire in superficie; le luci possono confondere i piccoli che anziché raggiungere il mare vengono attirati altrove, ad esempio su una strada.

A mare è l'attività di pesca a costituire il principale problema per le tartarughe. Si stima che ogni anno nel Mediterraneo oltre 130 mila tartarughe marine finiscano catturate nelle attrezzature da pesca, di queste oltre 40.000 muoiono. Ovviamente la loro cattura non è intenzionale ed è anzi di intralcio al lavoro di bordo, ma il pescatore non può evitarlo e l'unica cosa che può fare è rilasciare la tartaruga nelle migliori condizioni possibili.


Le aree di intervento del WWF

Il WWF Italia è impegnato nella salvaguardia e nella ricerca applicata alla conservazione delle Tartarughe marine dagli anni ottanta, quando fu avviato, in collaborazione con l'Università 'La Sapienza' di Roma, il primo programma nazionale su queste specie. Questa prima attività ha consentito lo sviluppo di molteplici attività a livello locale, con la promozione da semplici azioni di monitoraggio a complessi interventi e progetti di assistenza diretta su esemplari in difficoltà o recuperati dai pescatori.

Grazie a queste iniziative è stata prodotta una notevole quantità di informazioni che ha contribuito a far luce sulla biologia e sui problemi di queste specie nel Mediterraneo. Inoltre, le varie attività svolte accrescono, direttamente o indirettamente, la sensibilizzazione di un gran numero di persone appartenenti a varie categorie potenzialmente in contatto con le tartarughe marine.

 

Il Network Tartarughe

Le possibilità di intervento con azioni di conservazione delle Tartarughe marine sono favorite anche dalla presenza capillare di sezioni, Centri Recupero Animali Selvatici (CRAS) e Oasi del WWF sull'intero perimetro costiero nazionale. In particolare, i diversi centri recupero del WWF Italia organizzati nel Network Tartarughe si sono rivelati utili centri di aggregazione e di riferimento a livello locale per attività di ricerca e conservazione di questi animali. In quanto punti permanenti essi offrono grandi potenzialità nello sviluppo di legami di collaborazione duraturi con autorità locali e pescatori.

Mediante sia un monitoraggio costante e diffuso, sia specifici progetti da svolgere nell'ambito del Network Tartarughe, il WWF Italia si prefigge di:

1) applicare le tecniche di conservazione attualmente disponibili per la riduzione dell'impatto delle attività umane sulle popolazioni di tartaruga marina

2) acquisire informazioni su parametri biologici e impatti antropici, indispensabili per lo sviluppo di nuove attività di conservazione.

 



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Redazione del CorrieredelWeb.it


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